Ad appena tre chilometri dalla
città di Alcamo, sorge superbo e maestoso su un’alta rocca il castello di
Calatubo. Esso come un vero nido d’aquila domina tutta la vallata che va da
Castellammare del Golfo, Balestrate, Trappeto e Monte Bonifato, regalando
all’ignaro visitatore
uno dei paesaggi più suggestivi e mozzafiato della Sicilia Occidentale.
Il Castello di Calatubo appartenne nel
corso del tempo a numerosi importanti
famiglie nobili siciliane (Ponc de Blancfort 1278, Federico d’Antiochia
1335, Raimondo Peralta 1336, Manfredi Aurea 1361, Artale De Luna 1403, Duca di
Bivona 1554, Baroni De Ballis 1583 e infine passa ai Papè Principi di Valdina
1710, i quali eredi nel 2007 lo
donarono al Comune di Alcamo, attuale proprietario).
Il sito,
per la sua posizione strategica e la fertilità dei terreni circostanti, dotato
di un area portuale e di un fiume un tempo navigabile fino ai pressi del
Castello, vanta una storia antichissima di cui sono testimonianze le necropoli
arcaiche e quella araba-normanna scoperte nei suoi dintorni, nonché le chiare
tracce di frequentazione del sito che risalirebbero al lontanissimo Paleolitico inferiore. Fu sede di un
villaggio Neolitico e divenne un
importante centro Sicano-Elimo nel
periodo Arcaico-Ellenistico, in
seguito avamposto Romano-Bizantino
per poi diventare una importantissima Roccaforte
e città Araba, come testimonia il famoso geografo arabo Ibn Idrisi (1154) nella sua cartografia
della Sicilia Araba “Il libro di Ruggero”
dove descrive l’importanza e la ricchezza del luogo. Trent’anni dopo anche il
pio viaggiatore andaluso Ibn Giubàyr
(famoso per le sue relazione dei territori visitati) visiterà Calatubo.
La
costruzione di alcune parti delle strutture superstiti si fanno risalire al
periodo Bizantino – Arabo infatti
ancora oggi il Castello rappresenta un raro esemplare di fortificazione di
quel periodo storico, unico in
Sicilia, nonostante le continue modifiche apportate nel tempo per i continui
rimaneggiamenti effettuati dai tanti proprietari che adattarono l’antico
maniero alle proprie esigenze. Il primo documento scritto che parla del
Castello risale al 1093 nel Diploma
del Gran Conte Ruggero d’Altavilla il quale assegna Calatubo con tutte le sue
pertinenze alla diocesi di Mazzara. Successivamente tantissimi avvenimenti di
natura storica si susseguirono all’interno delle sua mura. Al suo interno
nacque nel 1724 Ugo Papè di
Valdina figlio di Donna Gaetana ultima Baronessa di Calatubo della famiglia De Ballis e di D.
Giuseppe Papè Principe di Valdina,
futuro Vescovo di Mazzara del Vallo.
Tra la seconda metà dell’800 e i primi del 1900 il Castello divenne celebre in quanto ospitò uno
Stabilimento Enologico dove si produsse il vino “Castel Calattubo”
dei Principi Papè di Valdina, che ottenne le massime onorificenze e medaglie
d’oro (maggior premio concesso ai vini Italiani) nelle più importanti
Esposizioni d’Europa, conseguendo il brevetto di fornitore esclusivo delle
Regie Cantine e la facoltà di fregiare con lo stemma Reale lo stabilimento, molte
delle cene di gala tra i più importanti Premier dove si stabilirono le sorti
dell’intera Europa furono accompagnate da questo vino.
Ognuno di noi è emotivamente legato a un luogo che spesso rappresenta una parte importante della nostra vita e vorrebbe che fosse protetto per sempre. Questo è il presupposto che ha dato il via al censimento nazionale “I Luoghi del Cuore”, promosso dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) in collaborazione con Banca Intesa San paolo, che chiede a tutti i cittadini di segnalare i piccoli e grandi tesori che amano e che vorrebbero salvare.
Per votare basta cliccare http://iluoghidelcuore.it/luoghi/12847 , registrarsi al FAI "I luoghi del Cuore", aspettare la mail di convalida
e votare.
Si può votare anche e accedere tramite Facebook nel nostro gruppo “Salviamo il Castello di Calatubo” cliccando
sul link poi mettere indirizzo di posta elettronica (mail) password e attendere
la mail di convalida.
Presso le filiali della Banca Intesa S. Paolo di tutta Italia si trovano le Cartoline con i luoghi del cuore del FAI da compilare per far votare il Castello anche a chi non ha internet o un indirizzo di posta elettronica.
Presso le filiali della Banca Intesa S. Paolo di tutta Italia si trovano le Cartoline con i luoghi del cuore del FAI da compilare per far votare il Castello anche a chi non ha internet o un indirizzo di posta elettronica.
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